Le azioni di tutela realizzate per l’abetina di Rosello

Mario Pellegrini
Centro italiano di studi e documentazione sugli abeti mediterranei ( CISDAM )

 

L'area protetta si estende per circa 211 ettari (L.R. n. 109 del 23.9.1997) con una altitudine media di circa 1000 m ; è attraversata dal torrente Turcano e dai piccoli ruscelli per lo più temporanei, suoi affluenti.

L’area è inserita in un sistema di SIC diffusi tra Abruzzo e Molise, tutti interessati dalla presenza di boschi con abete bianco, in un territorio ancora scarsamente antropizzato e dove persistono ancora attività agricole e di allevamento tradizionali.

La Riserva è caratterizzata da un bosco maturo disetaneo eccezionalmente ricco di specie e da uno dei più interessanti nuclei di abete bianco dell'Appennino Centrale. Nel territorio limitrofo esistono differenziati e ricchi habitat acquatici, legati principalmente al corso del torrente Verde (Madonna delle Grazie, Padule San Pannunzio, Fonte Ginepro e Laghi dell'Anitra). Completano il quadro ambientale estesi appezzamenti prativi, pascoli su prati magri, cespuglieti, terrazzamenti e pendii rocciosi, pietraie e alcuni incavi naturali (Coste della Grotta).

L’Abetina di Rosello è diventata Oasi del WWF nel 1992, Riserva naturale regionale nel 1997 e con la redazione del Piano di Assetto Naturalistico, ai 211 ettari della Riserva sono stati aggiunti 800 ha di fascia di rispetto.

Il comprensorio è stato interessato da due progetti LIFE consecutivi, cofinanziati dal WWF Italia.

Il primo, triennale (dal 1997 al 1999), dal titolo “Conservazione di habitat prioritari con abete bianco nei Siti Natura 2000 nel Centro-Sud Italia”, ha interessato i SIC Abetina di Rosello, Cascate del Verde, Abetina di Selvagrande in Abruzzo e Abetina di Laurenzana in Basilicata.

Il secondo, biennale (dal 2000 al 2002), dal titolo “Tutela di habitat con abete bianco nei SIC dell’Appennino centro-meridionale”, ha interessato i SIC Bosco Abeti Soprani-Monte Castelbarone, Bosco Vallazzuna in Molise e Lago Duglia-Casino toscano-Piana s. Francesco all’interno del Parco Nazionale del Pollino in Basilicata.

Per la ricchezza di Anfibi e per le dimensioni delle popolazioni, nello stesso comprensorio delle abetine, su segnalazione della SHI (Societas Herpetologica Italica), sono stati individuati dalla Commissione Conservazione Nazionale, due siti A.R.E.N. (Aree di Rilevanza Erpetologica Nazionale)

- Chieti, Rosello, Abetina di Rosello, estensione: 200 ha, alt. 800-1179 m, codice attribuito: ITA010ABR001; Anfibi presenti: 9 specie; Rettili presenti: 11 specie. Motivazione: una delle riserve naturali più ricche faunisticamente dell’Appennino Centrale.

- Isernia, Pescopennataro, Sorgenti del Rio Verde, estensione: 50 ha, alt. 1.100 m, codice attribuito: ITA020MOL002; Anfibi presenti: 7 specie; Rettili presenti: 6 specie. Motivazione: una delle aree erpetologicamente più ricche dell’Appennino.

La varietà di habitat e la ricchezza d'acqua spiegano la ricchezza erpetologica di questo territorio. In particolare è stato oggeto di studi ecologici e di monitoraggio a lungo termine, una specie endemica dell’appennino, la Salamdrina terdigitata, presente nella Riserva con una popolazione molto numerosa.

La sua presenza è stata rilevata in valli ombrose, fresche e umide, solcate da ruscelli a lento corso, ma anche presso il greto di torrenti, in faggete pure o associate ad altre caducifoglie o nelle foreste con abete bianco in associazioni pure o miste (Abieti-Fagetum).

Principali fattori di minaccia naturali per la specie, sono la predazione delle uova e delle larve, nelle pozze scelte per la riproduzione nel Torrente Turcano, da parte delle trote, troppo concentrate durante il periodo estivo per la penuria d’acqua, mentre i principali fattori di minaccia antripici sono, l’eccessiva captazione idrica per uso potabile-irriguo o idroelettrico e l’inquinamento delle acque per l’uso di pesticidi, erbicidi o fertilizzanti e lo scarico nell’alveo di oggetti vari.

Per quanto riguarda il primo fattore di minaccia sarebbe necessario rivedere tutte le concessioni d'uso di sorgenti e risorgive per  garantire una sufficiente disponibilità idrica a fini naturalistici,o eventualmente la costituzione di punti d'acqua alternativi, adatti per la Salamandrina e altri Anfibi, con restituzione in loco di parte delle acque sottratte.

Si imporrebbero inoltre,campagne mirate di pulizia degli alvei e delle ripe e interventi di vigilanza che impediscano con forti sanzioni il ripetersi di simili atti di vandalismo ambientale.

 In generale, comunque, in Abruzzo gli ambienti frequentati dalla specie sono ancora discretamente conservati e sufficientemente protetti dall’invadenza antropica.

Nella Riserva Naturale regionale "Abetina di Rosello", sono già state prese alcune iniziative per la salvaguardia della Salamandrina terdigitata, quali la modifica del percorso di visita e la collocazione di apposite passarelle sopraelevate in legno per evitare che le persone in visita possano schiacciare inconsapevolmente gli animali