Le esperienze di salvaguardia del Taxus baccata in Italia 

Gianluca Piovesan, Emanuele Presutti Saba e Bartolomeo Schirone, 
Dipartimento Ambiente e Foreste (DAF), Università della Tuscia 

Nell'ambito della rete Natura 2000 i faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex, costituiscono un habitat prioritario ricadente nelle foreste mediterranee caducifoglie. La distribuzione di questo habitat è appenninico-centromeridionale, con isolati esempi in Sicilia e, di sole tassete, in Sardegna. Si tratta, in genere, di formazioni montane con quote minime intorno a 950 m. L'estensione di questi SIC è molto variabile, prevalentemente intorno a 750 ha. La copertura forestale interessa mediamente circa il 90% della superficie dei siti , lo strato arboreo è, in genere, dominato dal faggio che nei siti più freschi può mescolarsi all'abete. Troviamo inoltre, tutte le latifoglie decidue temperate, anche quelle più esigenti (e.g. acero riccio e di monte, frassino maggiore, tigli), nonché verso il basso alcune legnose sempreverdi di clima temperato-caldo. 

Si tratta quindi di habitat legati ad ambienti oceanici in cui spesso un notevole contributo al bilancio idrologico è dato dalle precitazioni nevose, da quelle occulte (nubi, nebbie) e/o da suoli ben strutturati e profondi, con discrete capacità di ritenzione idrica. In questo habitat il tasso è sicuramente una delle specie più a rischio e che necessità quindi di specifici programmi di conservazione. Oggi sull'Appennino non si riscontrano più popolamenti puri di tasso e i grandi alberi di questa specie sono ormai divenuti una vera rarità, oppure, quando sopravvissuto - quasi sempre in località rupestri poco accessibili - si presenta in forma arbustiva. In realtà, la specie è molto longeva, e il suo portamento è maestoso, con individui che possono arrivare ad avere oltre 5 m di diametro e 30 m di altezza. 

Un ruolo di primo piano nella progressiva ed ininterrotta rarefazione di questo albero è sicuramente da imputare alle attività antropiche,(utilizzo del legno per costruzione oggetti vari, travi, paleria…) nonché alle azioni di taglio, pascolo e incendio. La constatazione che molte popolazioni di tasso sono a rischio di estinzione ha spinto l'Unione Europea a finanziare alcuni progetti LIFE per la conservazione della specie. Infatti, in base alla direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (e successive modifiche), relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, le tassete, o comunque i boschi in cui è presente il tasso, sono considerati: "tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione". Le aree, delle tre zone d'intervento (Riserva di Morino, Parco dei Monti Simbruini, Riserva di Pettorano sul Gizio) del LIFE Natura "Conservazione della faggeta con Taxus e Ilex nell'Appennino centrale" 2003-2007, ricadono nell'Appennino centrale e sono interessate dalla presenza di consorzi forestali dominati dal faggio con il tasso e, molto sporadicamente, agrifoglio. Queste stesse formazioni rappresentano habitat preferenziali per l'orso marsicano. Le due specie sono accomunate dall'esigenza di strutture forestali articolate come per esempio le foreste vetuste. Le esperienze pregresse( progetto LIFE svolto a Morino), hanno dimostrato che il tasso è specie dall'ecologia molto complessa e, quindi, non è possibile individuare un modello di gestione forestale, finalizzato alla sua conservazione, che abbia validità generale. 

Pertanto, la conservazione e la possibilità di diffusione del tasso richiedono la formulazione d'indirizzi gestionali calibrati su diverse realtà forestali e socio-economiche. L'approccio di rete, coinvolgendo le tre riserve regionali, aiuterà a meglio comprendere l'ecologia di questo habitat prioritario, nonché la biologia di alcune specie considerate a rischio. Così l'analisi comparata di diversi casi permetterà di tracciare le più opportune strategie per la salvaguardia degli habitat preferenziali del tasso e dell'orso. Allo stesso tempo queste riserve potranno costituire delle isole di conservazione molto utile anche per la loro funzione di corridoio ecologico in un paesaggio che per molti tratti resta a tutt'oggi interessato dall'attiva presenza dell'uomo. 

L'obiettivo finale del progetto è quindi l'individuazione e l'applicazione di modelli gestionali studiati per la conservazione, e riespansione nei siti potenziali, dell'habitat prioritario "Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex". A questo scopo il Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze dell'Ambiente e delle Foreste (DAF) dell'Università della Tuscia ha curato la progettazione scientifica del progetto avvalendosi per la redazione del programma scientifico d'intervento della collaborazione tecnica del Dott. E. Presutti Saba, nonché del supporto logistico delle tre riserve coinvolte nel LIFE. Molti degli interventi previsti dal progetto scientifico hanno carattere sperimentale e per questo lo studio della biologia e dell'ecologia del tasso rappresenta ancora una volta il punto di partenza del nuovo LIFE. In particolare si è effettuato il censimento e la descrizione degli individui di tasso in modo da utilizzare la diffusione e la densità delle popolazioni quale indicatore sullo stato dell'habitat prioritario e attraverso monitoraggi periodici valutare l'efficacia delle azioni intraprese. L'analisi dei processi demografici e della struttura delle popolazioni di tasso è stata, quindi, la base su cui progettare gli interventi selvicolturali finalizzati alla ricostituzione delle foreste vetuste con tasso. È gia stata realizzata la mappatura dettagliata e il censimento demografico delle popolazioni di tasso. 

Le aree sono state georeferenziate tramite l'ausilio del GPS e per mezzo di un sistema GIS è stato possibile creare una cartografia dettagliata degli ambiti in cui è presente il tasso, nonché generare delle carte tematiche che consentono di visualizzare rapidamente i dati di area basimetrica, numero di fusti e rinnovazione riportati ad ettaro. Tramite delle aree di saggio opportunamente individuate a seconda della densità del tasso nel bosco si stanno affinando i parametri dendro-auxometrici che ne descrivono la struttura ed il grado evolutivo. Sulla base delle analisi effettuate è stato sviluppato un piano di gestione delle aree interessate dal tasso e sono stati pianificati i primi interventi selvicolturali ad una selvicoltura naturalistica, volta allo sviluppo ed al miglioramento delle funzioni principali della foresta: funzione bioecologica, funzione culturale, funzione di protezione, funzione di produzione. Il programma di gestione prevede una serie di azioni volte innanzitutto a favorire i processi di sviluppo del soprassuolo forestale e di rinnovazione delle specie più esigenti e, in particolare, del tasso e dell'agrifoglio. 

Per quanto si è detto, quindi, scopo primario degli interventi selvicolturali è quello di diversificare la struttura e la composizione del faggeto, cioè di accelerare i processi di passaggio verso forme forestali più evolute. Tutte le azioni sono state attentamente studiate e calibrate per rimanere comunque in linea con quanto prescritto nel piano di assetto naturalistico della Riserva Regionale. Nel complesso si tratta di interventi di conversione nei tratti di bosco ceduo, di diradamenti selettivi dal basso nei tratti già di alto fusto di faggio, di apertura di buche, di cercinature e, infine, di interventi di piantagione di tasso e di Rosaceae. Quest'ultime potrebbero incoraggiare anche la presenza o il passaggio dell'orso (corridoio ecologico).